Galateo dell’annuncio di nozze
Nella società moderna esistono qualche centinaio di ragioni valide per non sposarsi, più o meno quanti sono i francobolli che i futuri sposi affiggeranno sulle buste di partecipazioni e inviti, primo grande dilemma che si affronta quando si decide di convogliare a nozze.
La frase di partenza circa gli invitati è sempre una e una sola: pochi. Scopriremo poi che pochi è un concetto molto vago: i parenti della coppia sono sempre almeno cento, poi tutti gli altri.
Ma l’arcano più perfido e mai sufficientemente svelato riguarda la differenziazione tra chi dovrà ricevere l’invito e chi solo la partecipazione, facendo zig zag tra chi la prenderà molto male, chi sospirerà di sollievo per non subirsi ore a tavola, chi si sentirà in dovere di elargire regali (sbagliando), e chi forte della mancanza di invito, liquiderà con un telegramma risparmiando persino su Interflora.
La partecipazione, sia chiaro una volta per tutte, è l’annuncio di nozze, e riporta i nomi dei due futuri coniugi, data, ora e luogo della cerimonia.
Essendo la chiesa, così come il municipio, un luogo pubblico, chiunque la riceve può decidere di partecipare alla funzione ma è escluso dal banchetto che seguirà.
È buona creanza inviare una partecipazione, di regola, a chiunque ricordiamo negli auguri di Natale e compleanno, ai colleghi di lavoro, collaboratori e superiori, agli amici di vecchia data. Non ha senso invitarli tutti, non ha senso obbligarli a sedere a tavola con persone che non conoscono, laddove non esiste un valido trait d’union.
Chi la riceve sarà felice di condividere la buona novella, ma non ha obblighi materiali se non quello di una telefonata, un mazzo di fiori, o un biglietto.
L’invito viene spedito a chi è desiderato e può gradire un posto a tavola, è indirizzato ai diretti interessati e richiede una risposta per agevolare il placement, ovvero la disposizione degli ospiti ai tavoli.
Nell’invito, che come la partecipazione viene spedito almeno tre mesi prima della gioiosa data, si indica la location, l’orario e un numero di telefono per confermare la presenza.ù
Nei tempi moderni fatti di feste a tema e dress code precisi per ogni occasione, si riserva la parte bassa del cartoncino per indicare quale sarà l’abito gradito dagli sposi, o meglio alla sposa che ha il compito di decidere il tema. Il Quirinale colloca questa dicitura (tight, abito nero, cocktail, oriente etc) in basso a sinistra; Buckingham Palace in basso a destra.
Il galateo lascia libertà pur che si specifichi in modo chiaro: se vi sentite Donna Clio lo metterete in basso a sinistra, se vi sentite Camilla di Cornovaglia lo metterete in basso a destra.
Nicola Santini